Scrivere un’altra biografia romanzata su Federico di Svevia sarebbe stato inutile e forse anche presuntuoso. Ho preferito lavorare negli spazi lasciati dalla documentazione ufficiale e dalle cronache del tempo per raccontare la storia di un bambino abbandonato, di un ragazzo senza amici e di un uomo temuto e conteso da nemici e alleati. Ho voluto raccontare i sogni, le aspettative e i sentimenti dell’essere umano dietro allo scettro, dell’uomo sotto alla corona. Ho sempre amato molto la figura di Federico II e questo romanzo è l’ennesimo atto d’amore nei suoi confronti.
robertogenovesi 